Cari studenti,
parteciperò allo sciopero dei docenti universitari che prevede l’astensione dallo svolgimento del primo appello della sessione di esami di settembre. A meno di revoca, nel mio caso, lo sciopero si concretizzerà, come dai termini autorizzati dalla Commissione di Garanzia degli scioperi, nel mancato svolgimento dell’appello di Economia politica/Economia politica e del lavoro previsto per il giorno martedì 5 settembre 2017, ore 10. L’appello del pomeriggio di Economia della regolazione e del diritto si svolgerà invece regolarmente.
Spero che i disagi legati a questa mia decisione siano limitati e sono a disposizione per ogni esigenza specifica.
Le ragioni dello sciopero sono spiegate nell’articolo che ho scritto per Il Mattino e che potete leggere qua sotto.
Nell’articolo trovate anche la ragione per cui ho deciso di aderire, malgrado la ristrettezza della rivendicazione specifica. Perché spero che questo sciopero sia un primo passo verso una discussione più ampia sui temi della politica universitaria in grado di invertire la rotta intrapresa dal nostro paese da ormai dieci anni. In questi anni si è verificata una riduzione progressiva e cumulativa del ruolo dell’università pubblica, attuata attraverso attraverso la riduzione delle risorse disponibili per università e ricerca, la crescente precarizzazione dei docenti e la riduzione delle risorse per il diritto allo studio. Ma in questi anni si è concretizzata anche una tendenza al controllo crescente della politica sulla ricerca di base ed applicata, nascosta dietro le parole d’ordine della valutazione e del merito. Se non riusciremo a fermare queste tendenze, non avremo più una università pubblica e una ricerca libera in questo paese.